• Sassari, la torres, svegliarsi all’isola rossa, fare colazione al bar, il tramonto di marinedda, la festa della birra trinitaiese, il "Che", il genoa, la partitella di basket, l’alcool, gli amici, le tette enormi, la libertà, la birra, la fotografia, la musica, dipingere, correre, la gnocca, viaggiare, le sbornie, la pornografia, diego armando maradona, i led zeppelin, lo stomaco attorcigliato ed il cuore che batte per qualcuna (stronza), fottersene, george best, vivere una crisi, i cccp, mandare tutti a fare in culo, giocare a subbuteo, leggere, odiare, i p*mpini, il cibo, dublino, il mare, le amiche del mare, la d***a, il calcio, le donne, fabrizio de andrè, fare un giro con la vespa, l’amore, il venerdì sera, il cecio del giorno dopo, i libri, i pink floyd, gli assilli, le occhiaie sul viso, il comunismo, essere di sinistra, le scimmie, gli afterhours, alcuni films, la lista delle persone che mi stanno sul cazzo, la pasta al forno di nonna, janis joplin, le scritte sui muri, il culo di una ragazza che ho visto l’altro giorno per strada, i campari soda, la musica sassarese, ascoltare un vinile, mincionare, la figa, una bella bastonata, gli spaghetti n°5 aglio olio e peperoncino, le cazzate dette al bancone dei bar, il panino gorgonzola e mortadella di metà mattina, la colazione dei campioni, raccontare storie, i panini di renato, la sculacciata a pecorina, il poker in cantina di a******* con cassa di birra, la sigaretta cagando, festeggiare almeno un mondiale (io ne ho festeggiato 2), impennare, andare in libreria, i tatuaggi, pisciare in mezzo alla natura, i vecchi oggetti, stare da solo, i polizieschi italiani anni '70, cucinare per gli amici, farsi un giro in bicicletta, la liquirizia, il signor g. mina, giocare a carte, andy capp, i calamari fritti del "cormorano", la mattonella di melanzane della L, Capitan Harlock, Enrico Berlinguer, qualche serie tv, essere un Impiccababbu, l'nduja. il Duca Bianco, Charles Baudelaire, il mio orto, Snoopy, bestemmiare, i Joy Division, il gin tonic, Heminguay ………. To be continued

mercoledì 26 ottobre 2016

Moby Dick

“… quell’oceano sereno srotolava dinanzi a me verso oriente mille leghe d’azzurro. C’è non si sa quale dolce mistero in questo mare, i cui movimenti soavi e terribili sembrano parlare di qualche anima nascosta nel suo profondo …”
Herman Melville – Moby Dick (1851)

Alè-oh-oh alè-oh-oh alè-oh-oh alè-oh-oh. Finalmente ce l’ho fatta. Finalmente sono arrivato all’ultima riga. Dopo due tentativi andati a male, al terzo, ripartendo dalla primissima pagina, ci sono riuscito. Finalmente posso dire di aver letto Moby Dick. Cazzoooo!!! Una vera e propria Odissea, un viaggio lungo e interminabile. A volte scoraggiante, altre esaltante. Affascinante come un romanzo di avventura, noioso come un libro di biologia marina, interessante come una rivista di bricolage e riflessivo come un trattato di filosofia; Moby Dick è tutto questo. Ancora non ho capito se questo libro è geniale o una cagata pazzesca (cit. Ugo Fantozzi). Scherzo naturalmente. E’ un continuo alternarsi di capitoli di una bellezza straordinaria. Momenti di altissima letteratura narrativa, di grande potenza evocativa e genialità. Frasi, pensieri e dialoghi che non smetteresti mai di leggere, che purtroppo si contrappongono a centinaia di pagine scoraggianti, noiose e per niente interessanti. Da un lato la fantastica descrizione dei personaggi, del loro modo di essere, della propria dissoluta esistenza e delle loro tormentate anime; dall’altro la scientifica descrizione e catalogazione dei cetacei, dei loro cervelli, delle loro pinne caudali, di come sono fatte le parti di una baleniera e i vari tipi di cordame a bordo (no aspè il capitolo sulle corde mi è piaciuto). Momenti di esaltazione poemica e momenti asettici, in cui se avessi avuto davanti Melville l’avrei appeso all’albero maestro del “Pequod”. Nelle mie ridicole recensioni, non lo faccio quasi mai, tanto meno ora. Non vi racconterò la vicenda del romanzo (credo che tutti la conosciate), ne di Ismaele,  ne vi racconterò della variegata e complessa orda di personaggi, ne delle differenti sitazioni che la vita in mare ti pone davanti. Moby Dick si presenta come un opera dall’alto valore letterario. Questo libro è entrato nell’immaginario collettivo non solo grazie alla tumultuosa lotta tra il mostro marino e il temerario Achab. Non fatevi trarre in inganno, non è solo una semplice storia di marinai e pesci. Moby Dick con i suoi vari e numerosi significati allegorici, tali da appassionare generazioni di letterati o semplici lettori come me, spinge alla continua ricerca del significato autentico della vicenda. Questo è il vero motivo che mi ha spinto, finalmente, ad arrivare fino all’ultima pagina. Capire o cercare di farlo, cosa si cela dietro tutto ciò e qual è il suo significato. Oh cazzoooo!!! L’ho capito adesso mentre stavo cercando le parole per continuare questo post. Porca Troiaaaaaa!!! Melville, mi hai fottuto!!! Sei un bastardoooo!!!

giovedì 13 ottobre 2016

Buon viaggio Buffo Giullare

"El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu, el purtava i scarp de tennis, perchè l'era un barbun. El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu, el purtava i scarp de tennis, perchè l'era un barbun"